Descrizione
Salendo per via Alberto Theodoli, passando davanti agli edifici comunali e al monumento ai caduti, si giunge alla fonte, restaurata da pochi anni, che risale al XVII secolo.
La duplice funzione di elemento d'arredo e di luogo di approvvigionamento è chiaramente riscontrabile nell'impianto architettonico tripartito: al centro l'elegante corpo a due vasche circolari unite dal motivo naturalistico della finta roccia con muschi e felci selvatiche, e ai lati due semplici vasconi rettangolari con cannello per bere, anticamente anche abbeveratoi per animali.
L'acqua potabile della fonte è quella della sorgente detta delle "Vigne", voluta dal cardinale Camillo Astalli, la Fonte merita di essere ammirata ponendosi al di là della parte che immette nel borgo seicentesco. Così infatti si può apprezzare l'effetto pittoresco ricercato dal suo architetto che la immaginò perfettamente incorniciata dall'arco, con le colline verdeggianti a farle da fondale.
La fonte, come si è detto, era anticamente il mezzo di approvvigionamento primario dal quale dipendeva tutto il paese, che era delimitato da due archi che sorreggevano due antichi portoni che servivano per proteggere gli abitanti dai briganti. I due vasconi ai lati della "Fonte" erano utilizzati essenzialmente come abbeveratoi mentre le sbarre di ferro che si trovano al di sotto delle tre cannelle da dove sgorga l'acqua erano utilizzate per poggiare le conche, generalmente in rame, che le donne del luogo usavano per rifornire le abitazioni di acqua necessaria per la vita di tutti i giorni.